Angelica sylvestris L.
Famiglia: Umbelliferae
Sinonimi: Angelica montana (Brot.)
Nomi volgari: angelica dei boschi, angelica selvatica, erba angelica.
Etimologia: il nome deriva dal latino medioevale “herba angelica”, si credeva che la pianta proteggesse dal diavolo e curasse tutte le malattie; fu poi, un medico di Lipsia, Rivinus, nel secolo XVII, a dare il nome di "Angelica" alla pianta, volendo con questo affermarne le origini sacre e le proprietà "magiche". Già Linneo comunque aveva ridimensionato queste ultime virtù.
Morfologia:
pianta perenne, talvolta bienne, di aspetto erbaceo eretto, con fusti striati ramificati nella parte superiore, cilindrici, coperti di pruina bianca e di colore violaceo, raggiunge i 2 m di altezza, ha un grosso rizoma dall’odore di carota, dal sapore acro e amaro.
Le foglie hanno piccioli a forma di mezzaluna e cavi all’interno, le basali sono bi – tripennatosette divise in segmenti ovato-lanceolati a margine dentato, le cauline hanno guaine rigonfie che avviluppano e proteggono i giovani rami ascellari e le infiorescenze ancora in bocciolo. Le guaine talvolta trattengono acqua piovana, facilmente all’interno si possono trovare minuscoli organismi acquatici. Le foglie superiori sono meno suddivise, quelle all’apice sono quasi sessili.
I fiori, piccolissimi,hanno 5 petali bianchi o rosati, sono riuniti in grandi ombrelle a raggi 30-50, generalmente pubescenti.
I frutti sono diacheni, piatti, ellittici, con 3 coste dorsali e due laterali.
Distribuzione – habitat – fioritura:
specie molto variabile e polimorfa, di origine eurosiberiana, in Italia è comune in quasi tutto il territorio, nei luoghi ombrosi e umidi, boschi, siepi, lungo le sponde dei fiumi e nelle torbiere.
Fiorisce da giugno a settembre sino a 1.600 m.
Proprietà ed usi:
pianta con proprietà sedativa, spasmolitica nelle dispepsie digestive con spasmi e flatulenze, carminativa, digestiva, aperitiva, diaforetica, espettorante, stimolante, stomachica, diuretica, tonica.
Usata per la preparazione di amari eupeptici a meccanismo diretto, con azione sulle ghiandole gastriche.
Le foglie e gli steli teneri si possono consumare come verdure. Le foglie crude si possono aggiungere alle insalate miste, alle salse e ai ripieni.
I piccoli fiori sono nettariferi e visitati da ditteri, lepidotteri, coleotteri e diverse specie di imenotteri, oltre alle api, anche se i mieli con prevalenza di ombrellifere hanno in genere odore e aroma, spesso non gradevoli e che ricordano l' odore della pianta d'origine.
La polvere ottenuta triturando i semi, risulta essere efficace contro i pidocchi.
Note:
il genere “Angelica” comprende oltre 100 biennali e perenni. Molto simile all’Angelica sylvestris è Angelica archangelica, (usata nella fabbricazione di liquori) dalla quale si distingue per i fusti verdi, per i piccioli fogliari cilindrici e per i petali bianco-giallastri-verdastri.
Tutte le Angelica contengono furocumarine, che aumentano la fotosensibilità della pelle e possono causare dermatiti.
Angelica polymorpha var. sinesis è forse il più importante tonico cinese dopo il ginseng
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